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SPIAGGIA D’INVERNO

Sono sceso a fare due passi sulla spiaggia stamane, in questa giornata invernale assolata, luminosa.
La temperatura è quasi primaverile. Il mare s’adagia pigramente sulla riva, con moto quasi inavvertibile.
In là, poco oltre la parte terminale del molo, l’acqua riflette con effetti quasi accecanti la luce intensissima d’un sole splendido. Lascio andare tutt’attorno lo sguardo, quasi ad abbracciare in una veduta d’assieme questa naturale armonia che ha come sottofondo il silenzio che neanche il lievissimo movimento dell’acqua quasi immobile vale a scalfire.

Unici segni di vita, oltre a me, l’acqua e qualche raro uccello.

M’inoltro nel mio andare.

In lontananza vedo abbozzarsi la sagoma d’una persona che sembra venire verso di me. Proseguo il mio cammino e, sì, non mi sbaglio, viene proprio nella mia direzione. Sono incuriosito. La distanza diminuisce e l’abbozzo della sagoma lascia gradualmente il posto ai dettagli della figura che, ormai prossima, appare chiaramente essere persona della mia età, dalla folta capigliatura argentea, carnagione abbronzata, bella barba da lupo di mare ma curata, andatura decisa, piedi scalzi, presa sicura sulla sabbia.

“Salve! “È il suo saluto pieno, rotondo, caloroso, accompagnato da un braccio sollevato a mo’ di saluto e da uno sguardo acuto, penetrante e discreto al tempo stesso, intenso, parlante.

E’ talmente pieno e coinvolgente questo Salve! che mi coglie impreparato a replicare con pari intensità e lascio andare un “Buongiorno” così banale nella sua impersonalità da avvertirne subito l’inadeguatezza e provarne disagio. Ma ormai è andata!

Egli rompe gli indugi. “Che splendida giornata quest’oggi; Ideale per passeggiare sulla spiaggia.”

“Si! Ha proprio ragione! una giornata splendida per godersi questa libertà, questo silenzio, questa pace.”

“Io tutti i giorni faccio questa camminata. Però non l’ho mai incontrata; non abita qui?”

“No, infatti! Oggi sono venuto per dare uno sguardo alla casa ed ho approfittato per godermi una passeggiata sulla spiaggia. Ma Le chiedo: Lei percorre questa spiaggia tutti i giorni, attraversando questo silenzio solitario. Alla lunga…”

“Capisco. Lei forse mi chiede se alla lunga queste ripetute situazioni di silenzio, in quasi totale assenza di altre presenze, non possa diventare, come dire, un po’ pesante…Le rispondo subito: no…Agli inizi mi chiedevo se il silenzio non potesse essere anche solitudine…”

“Ecco, sì ,era proprio questo che volevo chiederLe.”

“L’avevo capito e posso dirLe che secondo me sono cose completamente diverse. Posso garantirLe che nelle mie lunghe passeggiate silenziose godo di un’affollata compagnia: il mio pensare e, data l’età, i miei ricordi. Sinceramente, ogni tanto devo metterli a tacere per…godermi un po’ di silenzio…per godere un po’ della mia solitaria compagnia…”

Mi piace questo conversare e vorrei indugiare ancora un po’.

Qualche metro più in là giace sulla riva un grosso tronco…potremmo sederci lì ed ascoltarci a vicenda o forse anche goderci la bellezza di quei loquaci silenzi che intervengono spesso tra coloro che si intendono…

Ma possiamo solo salutarci rinviando, chissà, all’eventualità d’un prossimo incontro… .

nell’immagine: foto di Gianluca Parsi

Pubblicato inGenerale

1 commento

  1. PierluigiDelPinto PierluigiDelPinto

    Conoscendoti è possibile pensare che non esista nessun incontro, almeno fisico, ovvero che non esista il signore della tua età con capigliatura argentea e barba da lupo di mare. Ma che sia tutto frutto di una riflessione interiore di fronte al mare – quello c’è certamente – di inverno, stagione che dona al mare ed alla spiaggia colori e riflessi particolari.
    Un incontro interiore, dunque. Un’occasione per ribadire un tema che ti è caro: si è davvero soli quando non si è mai amato, non si conosce l’amore.
    La solitudine vera è assenza di amore, del concetto e della pratica dell’amore.
    E quando c’è totale assenza di amore vuol dire che si è vissuti e si vive senza la luce del Signore. E’ il messaggio che ti è più caro: lo hai riproposto fra le righe di questa storia che, proprio per questo, sa di buono e di profondo. Grazie Mario!

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