Quei tetti di tegole rosse incastrati l’un l’altro, con i fianchi delle case e i terrazzi di fili di biancheria profumata.
Sventolano i bianchi lenzuoli e la lunga fila di maglie a colori sul lastricato lucido.
Poi un nuvolone nero, scuro e il volo rapido di rondini che sparisce all’orizzonte. Il gelsomino resiste allo strappo duro del vento, si piega ma sta lì , sferzato da quella forza immane.
Sparpagliate volano mille foglie verdi, si attaccano come francobolli alle stecche delle persiane. E l’acqua inonda, scorre, scioglie tutte le lacrime del mondo, ferito, lacerato, nel lamento lungo del vento, la preghiera affinché cessi questa vendetta acerrima della natura. E poi la tregua con il ritorno del sole, i suoni consueti, i rumori della vita.
Tempesta
Pubblicato inGenerale
Commenta per primo