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Tempo d’amore

Si è perso quel tempo, è svanito lasciando solo una traccia nei miei ricordi.
Ricordi ostinati come questa memoria instancabile, che puntualmente me li ripropone ogni 13 Giugno nel giorno di S. Antonino.
Mia madre faceva la spesa il giorno prima; si procurava ogni cosa per preparare il pranzo della festa, il regalo che ogni anno coinvolgeva tutta la famiglia. Il mio compleanno era l’11 Giugno, l’onomastico di papà il 13 e lei ci festeggiava assieme. Il pranzo che preparava teneva conto dei nostri gusti e lei era speciale nel saperci accontentare.
Si alzava presto e iniziava a smanettare in quel regno incontrastato; la cucina, dove regnava come capo assoluto.
Il macellaio di fiducia sapeva che mio padre era esigente e le grandi fette di carne dovevano essere di qualità, pena i rimbrotti infiniti che ne sarebbero derivati.
Intanto lei preparava il ripieno. Uova sode, verdura lessata, prosciutto di prima scelta, ragù con piselli, cotto a fuoco lento e formaggio fresco.
Le sue mani esperte iniziavano l’opera d’arte, il famoso “ Falso magro “ prendeva corpo, la fetta di carne diventava un involucro cilindrico contenente quel miracoloso insieme di sapori e ingredienti paradisiaci.
Ripeteva lo stesso lavoro per 4 o 5 volte e il secondo era pronto per essere rosolato e, successivamente cotto in una salsa al pomodoro fresco.
Intanto che il profumo invadeva la casa noi ci svegliavamo e come attirati da una magia, finivamo tutti attorno al grande tavolo della sala. La colazione era un momento memorabile, un quadro che si è fissato nei miei ricordi, giorni che mai dimenticherò.
Lei, nel frattempo, aveva disseminato per casa i garofani rossi screziati che lui amava e i gelsomini immancabili che facevano parte di lei.
A noi toccava pulire tutto e far brillare la casa poi apparecchiare a festa e prepararci per il pranzo in onore dei festeggiati.
A quel tempo i regali erano scarsi ma lei ci regalava il suo tempo prezioso e quella capacità d’amare indimenticabile.
Quando ci sedevamo, immancabilmente, entrambi scorrevano lo sguardo su di noi, e come sempre, i loro occhi brillavano di gioia. Eravamo noi il loro regalo e ogni anno lo ribadivano attorno a quella tavola che ci ha visti tutti assieme per una festa corale.

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