Pina non aveva vizi, non fumava, non beveva alcolici e si vantava di spendere solo per cose necessarie.
A dire il vero un piccolo vizio lo aveva ma, lei non lo considerava tale. Diceva che era un investimento sulla fortuna e lo diceva ridendo ma si capiva che ci credeva.
Negli anni sessanta il gioco del lotto era molto praticato. I numeri sortivano solo il sabato e c’era tutta una settimana di tempo per giocare e per alimentare i sogni.
” Se vinco so io cosa fare ” Pina lo ripeteva sempre con gli occhi sognanti e quello strano sorriso che non riusciva a nascondere.
Ne aveva fatti di sacrifici, e ora che qualche soldino riusciva ad avanzarlo preferiva giocarlo sulla ruota di Palermo. I tre numeri ( sempre gli stessi ) io ancora li ricordo, come ricordo la sua ira quando dimenticai di farle la giocata e mi obbligò a tornare alla ricevitoria di corsa, prima che chiudessero.
Quel sabato, come sempre, era vicina alla radio col suo blocchetto in mano, la penna e, nel silenzio che imponeva a tutti, aspettava che dicessero i numeri. Bari, Cagliari….ecco Palermo, ecco il primo numero e lei esulta, il secondo non ce l’ha ma il terzo si e anche il quarto.
Pina si alza incredula, prende il foglietto verde trasparente dove ci sono i suoi numeri e li guarda poi li fa guardare a chi le sta vicino.
Sono proprio loro.
TERNO SECCO sulla ruota di Palermo.
Ora può esultare. Chissà quante cose potrà fare, quanti desideri potrà soddisfare. Comincia la festa e partecipiamo tutti, tutti diamo suggerimenti, idee su come spendere quella piccola fortuna.
Lei ci calma ,poi, con una serietà riconquistata ci comunica che ci vuole dormire sopra e che dovremo aspettare il giorno dopo per sapere come spenderà la sua vincita. L’indomani arriva e lei, come sempre, si alza per prima, prepara la colazione a tutti e quando siamo a tavola (la nostra magnifica tavolata di nove persone) prende la parola e tutta felice ci avverte: “oggi si esce, andiamo in centro a comprare i cappotti per tutti”
Lo fece davvero, solo lei non lo comprò, disse che quello che aveva era ancora bello e non era il caso di spendere tutto. Mio padre non fu d’accordo e le disse che, se non fosse andata subito a comprarlo, nessuno lo avrebbe indossato.
Era fatta così Pina, la mia immensa Mamma.
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