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Un vortice di emozioni

Mio padre era molto riservato, taciturno, incuteva timore.
Perciò, come accadeva in tutte le famiglie di un tempo, la mamma era il perno della quotidianità, quella a cui si chiedeva, con cui si parlava e si piangeva.
Lei era l’intermediaria tra noi fratelli e mio padre.
Ma quell’estate lei aveva da fare ed io rimasi per qualche tempo da sola con lui al mare.
Non avrei mai pensato di stare così bene in sua compagnia, senza nessun altro attorno.
In quei giorni respirai pace, tranquillità e libertà.
Papà non chiedeva, non pretendeva.
Io con la bici la mattina andavo alla spiaggia, tornavo a casa, preparavo da mangiare e poi via di nuovo verso il mare fino alla cena…
A parte l’imbarazzo del trovarci soli, ero felice di vivere con lui, come non era mai successo.
Conobbi il suo aspetto tollerante e pacifico.

Lui aveva sessantasei anni, io diciotto, ed ero nel pieno della mia bellezza.
Girovagando tra i negozi, vidi un tubino nero, di cui mi innamorai. E non era proprio a buon mercato, almeno per le nostre possibilità.
Pensai che se la mamma fosse stata lì avrei avuto il coraggio di chiederle se avessi potuto comprarlo.
Ma a mio padre non avevo mai chiesto dei soldi, né tantomeno di comprarmi un abito.
Guardai quel vestito per un paio di giorni, desiderandolo immensamente.
Così decisi che avrei potuto provare…
Tornai per il pranzo e gli dissi, diretta, ma col cuore in gola: papà, ho visto un bel vestito, mi daresti i soldi per comprarlo?
Lui mi guardò, un po’ perplesso, e poi… mi diede il denaro necessario…
Non potevo crederci! Navigavo tra la vergogna, lo stupore, la meraviglia, la riconoscenza…
Con queste emozioni, il pomeriggio, corsi a prendere il vestito.
Trascorsi qualche ora in spiaggia e ritornai da lui.
Mi chiese subito se lo avessi comprato.
Sì papà, aspetta, dissi.
Salii in camera, indossai il tubino, e scesi.

Il regalo più grande fu come mi guardò.

Immagine dal web.

Pubblicato inAmore

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