Tutto inizia da una parola.
“Non uscirai vestita così, vero?” e tu pensi, magari: “Che bello, mi ama così tanto da essere geloso!”, e ne sorridi.
“Non uscirai con le tue amiche, vero?” e tu pensi, magari: “Che bello, stasera ha voglia che rimanga a casa con lui!”, e ne sorridi.
“Non uscirai, vero?” e tu, forse, inizi a pensare che la sua gelosia sta diventando un po’ ingombrante, ma ti ama, ti ama tanto, e ne sorridi.
Sorridi fino a quando i punti di domanda spariscono dalle sue frasi, quando i suoi “non” si trasformano da suggerimenti velati (nemmeno troppo) a divieti.
Sorridi anche quando gli sfoghi della sua rabbia si trasformano in insulti, in aggressioni verbali. E tu ne soffri, ma pensi che abbia solo bisogno del tuo appoggio, perché magari è stanco, è stressato, dopotutto ti dice sempre che ti ama alla follia.
Quando ti colpisce la prima volta pensi che sia un momento.
Quando ti colpisce la seconda volta pensi che sia un momento.
Quando continua a colpirti, ti chiedi in cosa sbagli, perché ti fa sentire sbagliata e fuori posto.
Quando non smette di colpirti nemmeno quando lo supplichi, allora, forse è il momento di capire che il suo non è amore.
Non lo è mai stato.
E tutto è nato da una parola.
La tua, quella che non gli hai detto: “No”.
“No, non te lo permetto”.
“No, io valgo”.
“No, io mi amo”.
UNA PAROLA
Pubblicato inDonne
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